Che ruolo ha l’immaginazione nella cura del bambino in ospedale? Questo il tema della conferenza che abbiamo organizzato per le nostre educatrici e i nostri volontari, presso il Salone Estense.
Una sala gremita ha ascoltato con attenzione la relatrice d’eccezione Manuela Trinci, autrice del libro “Il mio letto è una nave”, psicoterapeuta infantile di Pistoia, referente scientifico della ludoteca e biblioteca dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze.
Come può la fantasia sopravvivere quando la voglia di giocare, di andare a scuola, di frequentare i compagni rischia di essere soffocata da qualcosa di invisibile che accade nel corpo?
Il ricovero in ospedale, infatti, per un bambino, come scrive Manuela Trinci, qualunque sia la ragione, un semplice controllo o una malattia grave, è una realtà fatta di cicatrici sul corpo, punture, flebo, TAC, terapie amare o invasive, di estraneità intrisa di angosce profonde.
Tutto ciò richiede un antidoto: la fantasia, uno strumento attraverso il quale il bambino riesce ad elaborare e comprendere ciò che gli sta accadendo. Affinchè una tale esperienza non si tramuti in un trauma, il bambino ha bisogno di essere accompagnato da educatori e volontari che stimolino la sua capacità creativa e narrativa.
Illusione, gioco, immaginazione e fantasia fanno parte della cura ed in essa si integrano.
Un grazie di cuore alla dott.ssa Manuela Trinci per aver accolto il nostro invito a venire a Varese e al dott. Giorgio Rossi, primario in pensione della Neuropsichiatria Infantile per averci presentato una specialista di tale spessore, che ci ha trasmesso tanti spunti di riflessione.