ADRIANO BOZZOLO

Le opere di Adriano Bozzolo per i bambini del Ponte del Sorriso

“Questa donazione è stata ideata pensando a mio padre e a tutti quegli umili e silenziosi artisti delle nostre valli, così spesso ignorati dagli uomini e dalla loro terra, certo che l’Ospedale Flippo Del Ponte, unico nell’interpretazione nuova di esigenze mediche e psicologiche per mamma e bambino, renda la degenza non solo cura, ma anche cultura”. E’ con queste parole che Adriano Bozzolo motivò le sue ultime volontà, raccolte dagli eredi, la moglie Fabia Medina Alvarado e il figlio Dario Bozzolo. 30 opere della sua collezione privata sono così diventate un patrimonio della fondazione Il Ponte del Sorriso Onlus e

consegnate a Emanuela Crivellaro, per creare nel nuovo polo materno infantile, quei percorsi di accoglienza unici ed innovativi nei quali lo scultore credeva, condividendo appieno la filosofia della fondazione. Una donazione di inestimabile valore artistico e culturale, avvenuta ufficialmente alla presenza del dr. Callisto Bravi, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, e del dr. Massimo Agosti, Direttore del Dipartimento Materno Infantile.
“Ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino”.
Così Pablo Picasso parlava della propria pittura. I bambini sono forse le persone più vicine ad accogliere il messaggio dell’arte, perché la loro apertura mentale è maggiore di quella di un adulto. L’arte, nelle sue forme più varie, coinvolge infatti tutti i sensi del bambino e ne rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali. Durante la crescita dell’individuo, essa continua ad influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima. Maria Montessori riteneva che l’attività artistica fosse una forma di “ragionamento” e che  coinvolge numerose capacità cognitive e un bambino assorto a dipingere, manipolare, costruire con le mani utilizzando materiali diversi, altro non fa che “pensare” con i propri sensi.I bambini riescono a ricordare meglio un’opera vedendola dal vivo, piuttosto che come immagine in un libro. Avere l’occasione di trovarsi faccia a faccia con l’opera d’arte stimola, senza dubbio, la memoria visiva, incentiva la voglia di imparare suscitando curiosità e insegna che è possibile trasformare le idee in realtà.
“Ricordo come mio padre amasse la musica, che era sempre di sottofondo a casa e quando lavorava nel suo atelier. Le sue opere sono ispirate a due temi principali, la musica e la danza. Negli ultimi anni, quando ormai stava perdendo la vista, creava statue come se fosse alla ricerca della luce che non vedeva più. Ecco quindi l’epoca dei grandi soli”.
Lo storico Silvano Colombo, che conosceva Adriano Bozzolo lo ha ritratto come “un uomo d’animo buono, esperto nel plasticare, che esprimeva le sue elevate qualità morali nelle sue sculture” mentre il dr. Daniele Cassinelli, curatore dei Musei Civici di Varese, ha sottolineato che ogni opera narra una storia che vale la pena di essere raccontata e conosciuta. E’ intervenuto anche l’architetto Giulio Felli, progettista dell’Ospedale Del Ponte, che aveva incontrato Adriano Bozzolo e che, da figlio di artisti, ne aveva molto apprezzato le opere.
Adriano Bozzolo temeva che non sarebbe riuscito a vedere le sue creature rendere più serena la permanenza in ospedale di mamme e bambini e, purtroppo, così è stato. Ma il suo grande sogno si è comunque avverato.